Hermès ha incantato Roma all’Ara Pacis

Hermès ha incantato Roma all’Ara Pacis

Gli artigiani della maison hanno mostrato al pubblico un mondo di artigianalità e competenza, in cui l’errore non esiste

Si è conclusa con enorme successo ‘Hermès dietro le quinte’, manifestazione/mostra gratuita che ha permesso a migliaia di visitatori di capire quanto lavoro e maestria sono celati in un oggetto griffato Hermès. L’importanza di questo evento va al di là della maison, molti studenti presenti hanno potuto riavvicinarsi alla manualità di mestieri antichi, a rischio estinzione, che invece ancora governano l’alta moda e i luxury goods. Cucire il cuoio di una sella a mano, con l’ago ricurvo, riporta in vita il sellaio Thierry Hermès, che 180 anni fa apriva a Parigi il suo atelier di finimenti per cavalli e carrozze. Proprio lì, in rue Basse-du-Rempart,  nacque la lunga storia di stile ed eleganza di Hèrmes, che non è mai stata scalfita.

Dai foulard Carrè, alle borse dal valore astronomiche ma ancora desideratissime da tutte le it-girl planetarie, ma anche guanti, orologi, ceramiche e home decor, tutto parla di classe e unicità, tutto appartiene al mondo dei desiderata. Guardare le mani della ricamatrice che passa il filo negli orli ‘frullati’ di quadrati di seta, o quelle dell’orologiaio (un fantastico pescarese doc, l’unico italiano tra gli artigiani) è ipnotico e suscita sicuramente ammirazione. 

Hermès ha fatto quello che ogni maison dovrebbe fare: far capire a tutti da dove arriva un determinato prezzo, perché ha senso investire una cifra considerevole in un loro pezzo piuttosto che comprarne la misera imitazione. Dare dignità ai fantastici craftmen, che hanno esposto in modo magistrale il loro lavoro e i loro percorsi, ammirarne la dedizione, l’orgoglio di far parte di un mondo in cui l’errore non esiste, è stato il messaggio più bello (ma mai più bello del piatto con il leopardo).

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