
Sibilla e le sue donne: tra archetipi femminili e OnlyFans la pittura diventa alchimia
C’è una nuova artista sulla scena romana, si chiama Sybil Carbone: diplomata all’Accademia d’arte di Genova, dopo aver sperimentato varie strade e varie carriere, tutte di successo, è tornata, finalmente, al suo medium d’elezione, la pittura.
Lo scorso primo Aprile ho avuto il piacere di ammirare le sue opere presso l’Associazione culturale Il giardino segreto a Roma. Il vernissage è stato molto interessante perché strutturato come un percorso conoscitivo e spirituale.
Osservare le opere di Sybil non è un’esperienza meramente piacevole da un punto di vista estetico e pittorico, ma una vera e propria discesa dentro se stessi.
L’artista dipinge donne che non esistono, eppure esistono: le ha viste chissà dove, chissà quando, chissà in quale multiverso. In qualche modo i soggetti delle opere già esistono nel ricordo di ogni spettatore che guardandole ritratte avverte un senso di familiarità davvero intenso.
“Le sibille sono donne senza tempo, vengono dalla mia anima. Sono donne che ho conosciuto, magari in un’altra vita. Poi c’è la serie Mum, una riflessione sulla nuova maternità, per arrivare alla serie Only Fans, ovvero corpi contemporanei di nostre coetanee, vicine di casa, amiche colleghe, che si espongono”.
Sybil Carbone
L’intervista a Sybil Carbone
Parliamo del processo creativo: l’artista è davanti a una tela bianca, aspettando la prima pennellata. L’ispirazione come arriva?
Fortunatamente sono compulsiva, quindi la mia produzione è abbondante. Solo che devo prepararmi nel modo giusto, per creare opere vere, non vuote.
Un incenso, una musica senza testo (mi distrae), il mio respiro ed ecco che arriva la connessione con la mia visione.
Per altre opere, come la serie su Only Fans che ha un risvolto più sociale e culturale, non è necessaria una connessione con l’universo, ma solo un occhio attento ai cambiamenti. Senza giudizio, ovviamente.

Mi sembra di capire che più che un’azione creativa è una vera e propria azione generatrice. Mi colpisce che in ogni quadro ci sia un frammento di noi, della nostra storia passata o futura.
Te l’ho detto: per me è tutto collegato, noi donne siamo tutte collegate e in ognuna io rivedo me stessa, ma anche ciò che è lontano da me ma che comunque stimola una riflessione sul mio essere, sul mio corpo, sulla mia femminilità.
Sono molto colpita da”Supermarket”: un titolo particolare. Mi parli di questa opera?
“Supermarket” è la prima opera di una nuova serie. Vuole raccontare il bisogno di spiritualità molto impellente in questo momento storico, che troppo spesso si trasforma in marketing e speculazione.
Una sorta di cash&carry dell’anima.
Ma un percorso spirituale non è mai estetico, bensì interiore; è anche molto doloroso e faticoso. Non tutti vogliono guardarsi dentro, non tutti sono pronti ad affrontare un’esplorazione in termini di spazio, tempo ed energie che ci collegano al tutto.
Fa paura, può spaventare, ma la risposta che otterremo non sarà mai superficiale.

Quanto conta il tuo percorso spirituale con la scelta di ritornare alla pittura?
Il percorso spirituale è stato fondamentale. Mi ha spinto a riprendere in mano i pennelli, e io dipingo per conoscermi: la mia pittura è un percorso alchemico, che va dal nero al bianco passando per il rosso. Si tratta di un dialogo quotidiano con la mia anima, per questo ho i miei rituali che mi aiutano ad entrare nel profondo.
Per vedere e acquistare le opere di Sybil Carbone visitate il suo profilo IG Sybil Carbone!
Micaela Paciotti