“Criminal-Regno Unito”: le unità aristoteliche in una serie crime

“Criminal-Regno Unito”: le unità aristoteliche in una serie crime

Criminal- Regno Unito è una serie tv di genere crime creata da George Kay e Jim Field Smith, che gli amanti del genere investigativo non dovrebbero perdere per nessuna ragione al mondo. 

La serie Netflix si sviluppa in modalità episodica: in ogni puntata, auto-conclusiva, viene analizzato un caso specifico

Il format è semplice e dritto: gli investigatori interrogano un testimone o un primo sospettato del crimine che viene convocato in una stanza della stazione di polizia adibita agli interrogatori.

Come recita la sinossi che troviamo su Netflix:

Tra le mura di una stanza degli interrogatori, gli inquirenti londinesi mettono sotto torchio persone accusate di crimini gravi, finché la verità non viene a galla.

Ciascun episodio, il cui titolo corrisponde al nome del sospettato di turno, ritroviamo le tre unità aristoteliche di tempo, luogo e azione (si fa per dire, perché Criminal è una serie in cui sono i dialoghi a farla da padroni).

Unità di luogo: una sala interrogatori asettica

Secondo la regola dell’unità di luogo in un dramma l’azione dovrebbe svolgersi in un unico luogo, nel quale i personaggi possono o muoversi o raccontare l’azione, i fatti accaduti. In Criminal lo spazio in cui si svolgono gli eventi è sempre lo stesso: una sala interrogatori asettica, con un tavolo, delle sedie e delle claustrofobiche pareti. Di queste quattro mura una è in realtà uno specchio, attraverso il quale alcuni inquirenti, invisibili all’interrogato, ascoltano e fanno supposizioni. 

Criminal: Regno Unito – Immagine dal set ©joseharo


Unità di tempo: l’interrogatorio

Secondo la più comune interpretazione di questa norma l’azione del dramma deve svolgersi in un’unica giornata. Questo è proprio quello che accade in Criminal: in ogni episodio della durata di circa 45 minuti i detective prendono le misure, cercando di carpire il confine tra verità e menzogna; innocenza e colpevolezza. Ogni interrogatorio nell’universo diegetico ha la durata di qualche ora.


Unità di azione: un unico crimine

Questa regola vuole che il dramma comprenda un’unica azione, escludendo dal racconto trame secondarie o successivi sviluppi della stessa vicenda. In Criminal ogni puntata ha come oggetto un solo e unico crimine/criminale. 


La recensione

La visione di Criminal scivola via in un batter d’occhio. L’obiettivo dei creatori Kay e Smith è quello di esaminare e mostrare l’interrogatorio, proponendolo allo spettatore come se fosse una partita a scacchi psicologica tra detective e sospettato. Ci sono infinite trappole che la polizia ha preparato per mandare l’interrogato in scacco matto, costringendolo a confessare. Un esempio su tutti è il fascicolo delle prove, che gli investigatori riempiono di fogli vuoti in modo tale da farlo sembrare, agli occhi dell’indagato, ricco di indizi a suo carico. 
Ogni puntata di Criminal è elettrizzante, è un’ora progettata con precisione, con una scrittura perfettamente affilata in cui gli autori non sprecano colpi. Lo spettatore non può che rimanere incollato allo schermo rapito da questa partita di tennis, in cui la palla passa dal sospettato al detective ripetutamente. Prima o poi però qualcuno fa un ace e, finalmente, capiremo se l’interrogato è colpevole o innocente; se dice la verità o se sta omettendo informazioni utili alla risoluzione del caso

In una serie in cui l’azione è ridotta all’osso e lo spazio è asettico, asfissiante e ridotto a un unico interno la recitazione degli attori e le loro interpretazioni dei personaggi diventano fondamentali, esattamente come la sceneggiatura. 

La sala interrogatori diventa quindi il palcoscenico di artisti del calibro di David TennantHayley Atwell e Kit Harington, che ci regalano delle interpretazioni straordinarie di criminali freddi, posati e cinici.

Valeria de Bari

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