“Ho un fuoco nel cassetto”, il romanzo di Francesca Cavallo

“Ho un fuoco nel cassetto”, il romanzo di Francesca Cavallo

Se non conoscete Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli”, allora abbiamo un problema, è il caso di recuperare.

E anche subito. Ma prima facciamo un salto indietro nel tempo. Era il 2011 quando Francesca Cavalli e Elena Favilli diedero vita a “Timbuktu”, un prodotto digitale per i più piccoli che coniugava metodi più avanzati dell’educazione con il mondo dell’editoria.

Parallelamente a ciò che in quell’anno avveniva in America, nello stesso anno, io e la mia socia e amica Federica fondammo “Su Le Mani – Che”, il primo Centro Servizi per l’Infanzia sorto nella città di Trani in cui sono nata e vissuta, fino ai miei 33 anni.

La Cavalli non lo sa ma mi ha ispirata in questi oltre 15 anni in cui mi occupo di infanzia e adolescenza.

“Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli”

Dopo sei anni dalla nascita di “Timbuktu”, nel marzo 2017 uscì “Storie della Buonanotte per Bambine Ribelli”. Un libro che nel tempo è stato tradotto in 48 lingue vendendo oltre sei milioni di copie in tutto il mondo. Per le idee che sposavamo, per l’educazione che fornivamo ai bambini che frequentavano il nostro centro, questo libro avrebbe dovuto necessariamente occupare un posto importante all’interno della nostra biblioteca.

E ancora dopo sei anni, oggi eccomi qui, a prendere tra le mani l’ultimo libro di Francesca Cavallo e a ripercorrere con lei la sua vita e in maniera sconvolgente, anche la mia.

“Per me la libertà è come il fuoco. Mi fa pensare a tutte le cose che vorrei bruciare, incenerire. Prima di tutto i portoni, i recinti, le cancellate, le finestre e perfino le mura di cinta di quella prigione in cui sono nata. Sono una donna. Sono una queer. Sono lesbica. Aspettative, stereotipi, censure, luoghi comuni, abusi segnano i confini di una prigione invisibile, un carcere di massima sicurezza dal quale evadere è terribilmente difficile. Forse è per questo che il fuoco mi è sempre sembrato l’unico modo.”

Chi è Francesca Cavallo

Donna, queer e meridionale. Si legge così nella seconda di copertina de “Ho un fuoco nel cassetto” Salaini Editore, il suo ultimo romanzo uscito qualche mese fa.

Nata e cresciuta a Lizzano, un paesino della provincia di Taranto, figlia di un venditore di auto e di una casalinga, riesce ad allontanarsi dalla sua città e ad autodeterminarsi per diventare, con sacrificio e fatica, la donna che è adesso.

Lizzano è un paese con le sue bellezze e le sue criticità, un paese dove quasi ogni giorno ti ritrovi a fare i conti con la discarica, con la Mafia, dove è facile tendere all’isolamento e dove vien difficile sognare per i pochi sbocchi lavorativi che offre.

Ed è proprio da questo paese che scappa per raggiungere prima il Nord Italia e poi le terre lontane d’America che la renderanno conosciuta al mondo intero.

Per noi donne, per noi lesbiche, per noi queer, per noi con la pelle scura, per noi disabili, per noi transgender, il primo passo verso l’evasione è coltivare il desiderio di vedere quello che c’è fuori. Oltrepassare i confini che qualcuno ha disegnato per noi. Scavalcare le aspettative che hanno incanalato le nostre vite fin da quando siamo nate.
Per me, prendersi la libertà vuol dire appiccare il fuoco. Anche se non abbiamo un’idea precisa della direzione in cui andranno le fiamme, di quello che troveranno sulla loro strada, dei varchi che apriranno, dei corridoi che renderanno impraticabili»

“Ho un fuoco nel cassetto”

Con il suo ultimo romanzo, l’autrice ci consegna un racconto caldo, caratterizzato da determinazione e intraprendenza. Permette al lettore di accompagnarla nella sua storia sin da bambina e di unirsi alle sue riflessioni sull’identità di genere e sull’orientamento sessuale, sui diritti spesso calpestati e sulle fatiche in quanto donna queer e di emergere in un contesto lavorativo padroneggiato da uomini.

Il romanzo è un viaggio alla scoperta del sé che attraversa la sfera personale e professionale, dove la Cavallo, pagina dopo pagina, costruisce la sua identità e si realizza per quello che è adesso.

I temi che l’autrice affronta con sensibilità sono tanti: dal femminismo al razzismo, dall’inclusione alla discriminazioni di genere e ai diritti LGBTQIA+.

Trasmettono, a chi la legge, la necessità di abbattere le barriere dell’indifferenza e del pregiudizio che impediscono di vivere una vita autentica e libera nel rapporto con se stessi e con gli altri.

Leggendo il romanzo vi accorgerete che la sua vita è costellata da diverse passioni, due su tutte: il teatro e la danza, propedeutici a diverse riflessioni e che hanno determinato scelte fondamentali nella sua vita.

Gli anni raccontati dalla Cavallo sono sempre accompagnati dall’amore nella sua più alta forma: quello della famiglia, degli amici e della comunità a cui ha scelto di appartenere.

Ho trovato interessante il parallelismo, involontario direi, tra l’Italia meravigliosa ma con le sue difficoltà e la Silicon Valley, Los Angeles, terra di opportunità che le ha permesso, insieme a Elena Favilli, sua socia e compagna di vita di allora, di emergere nel mondo delle startup con la fatica, l’impegno e i sacrifici che il progetto comportava. Se vi state chiedendo dove vive adesso la Cavallo vi conviene acquistare il suo libro perché le sorprese non finiscono qui.

Strano ma vero, ripercorrendo la vita dell’autrice, ho ripercorso anche la mia, per certi versi molto simile.

Sono riaffiorati in me ricordi che non credevo di aver perso e ancor di più la Cavallo li ha rivestiti di parole che non sarei mai riuscita a utilizzare.

I primi ricordi sono legati alla mia infanzia: il gioco della bottiglia, il primo bacio delle scuole medie, ma anche le processioni serali e le liturgie religiose della mia città. Mi ritrovo nella confusione di allora in tema di orientamento sessuale e la mia rivendicazione come persona e come donna in ambito lavorativo.

Qualche giorno fa la mia terapeuta mi ha detto: ” Noi non siamo la nostra storia, noi siamo presente e nel presente noi possiamo scegliere”.

Grazie Francesca Cavallo, perché con il tuo libro hai dimostrato che nelle nostre vite una scelta è sempre possibile e questa scelta ti rende artefice e padrona del tuo destino.

Francesca Sorge

Credit Foto: autore Max Cardelli per Wikimedia Commons

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