“Mare fuori 3” o come Giulietta e Romeo si ritrovarono a Napoli

“Mare fuori 3” o come Giulietta e Romeo si ritrovarono a Napoli

Mare fuori non ha bisogno di presentazioni, perché è sulla bocca di tutti. Su TikTok si moltiplicano i video in cui i ragazzi ripropongono le scene più significative della fiction, su Instagram abbondano parodie ed emulazioni.

Il riassunto delle precedenti puntate

Mare fuori è una produzione televisiva nostrana andata in onda per la prima volta su Rai 2 nell’autunno del 2020. Tuttavia la prima e la seconda stagione di questa serie tv hanno raggiunto un vero e proprio successo di pubblico nel momento in cui sono state inserite nell’archivio di Netflix. In pochissimo tempo Mare fuori è diventata la serie televisiva più vista in streaming per settimane e l’hype per l’uscita della terza stagione è stato notevole.

Lo show racconta le vicende dei detenuti dell’immaginario IPM (Istituto di pena minorile) di Napoli. Il titolo della serie è dovuto proprio al luogo dove si trova il carcere che si affaccia sul mare, metafora della libertà sognata da tutti i protagonisti.

La trama

Carmine Di Salvo e Filippo Ferrari vengono arrestati lo stesso giorno a Napoli, ma apparentemente non hanno niente in comune.

Il primo, pur essendo nato in una famiglia mafiosa, sogna di diventare un parrucchiere per potersi costruire un futuro onesto. Il secondo è un promettente pianista, nato in una famiglia benestante di Milano, che si trova a Napoli in vacanza con i suoi amici. Entrambi vengono portati all’IPM con l’accusa di omicidio e, nel giro di pochissimo tempo, stringeranno un’amicizia profonda e sincera.

Se Carmine, che fa parte di una famiglia di camorristi, conosce perfettamente le “regole” del carcere, Filippo si sentirà totalmente in balia delle onde. I due saranno presi di mira da un gruppo di detenuti, capeggiato da Ciro Ricci, il figlio di un boss della camorra.

Nello stesso giorno farà il suo ingresso nel settore femminile dell’IPM Naditza Marinovic, una zingara napoletana che si è fatta arrestare di proposito per sottrarsi alla celebrazione di un matrimonio combinato dai suoi genitori al solo scopo di ottenere soldi dall’aspirante marito. Carmine, Filippo e Naditza non sono gli unici protagonisti della serie. In ogni puntata infatti ci viene presentato un/una detenuto/a.

I ragazzi dell’IPM hanno estrazione sociale e storie personali differenti: alcuni, come Ciro Ricci provengono da famiglie criminali e sono totalmente immersi nel sistema camorrista; altri, come Cardio Trap, hanno commesso degli errori perché esasperati dai comportamenti sbagliati degli adulti che avrebbero dovuto essere il loro modello; altri ancora, come Gaetano, sono nati in famiglie normali, ma hanno subìto il fascino dei soldi facili che la vita criminale garantirebbe.

Nell’IPM sono presenti delle figure adulte che cercano quotidianamente di rieducare i ragazzi secondo valori morali, sociali e culturali condivisibili: la direttrice Paola Vinci, il comandante Massimo Esposito, l’educatore Beppe Romano e le varie guardie.

Perché tutti guardano Mare Fuori?

Mare Fuori non si limita a raccontare la storia di un’amicizia, quella tra Carmine e Filippo: il vero punto di forza di questa serie televisiva è la coralità della narrazione. Ogni ragazzo ha un episodio dedicato che permette di farlo conoscere a tutto tondo: grazie ai salti temporali lo spettatore capisce quali sono le vicende che hanno portato all’arresto, qual è il background socio-culturale di appartenenza e quali sono le situazioni passate che hanno contribuito a forgiare il carattere della persona nel presente.

Tutti i personaggi, a poco a poco, puntata dopo puntata, mostrano le proprie fragilità, portando il pubblico a empatizzare con loro e a sperare in un futuro migliore. Il ruolo del carcere dovrebbe essere proprio questo, la rieducazione dei cittadini, che, una volta fuori, dovrebbero poter rientrare a pieno titolo a far parte della società civile.

In Mare fuori quindi vengono portate avanti sia una serialità verticale (ogni episodio ci racconta la storia auto-conclusiva di un personaggio) sia una serialità orizzontale: alcune dinamiche si evolvono nel corso delle puntate e le risposte ad alcune domande non vengono fornite nell’immediato. In questo modo lo spettatore incuriosito dalla storia sarà fidelizzato e non potrà che rimanere attaccato allo schermo fino alla fine della stagione, se non fino alla fine della serie, perché anche il finale di stagione rimane aperto.

Il successo di Mare fuori è dovuto al fatto che questa serie tv è composta da un numero non indifferente di ingredienti appartenenti a generi diversi. La fiction possiede infatti la tipologia di narrazione orizzontale tipica della soap opera, declinata però in un particolare universo teen, quello del carcere. Cosa è Mare fuori? Un teen-drama? Una soap? Un prison drama? Un mafia drama? Mare fuori appartiene a tutti questi generi contemporaneamente.

Perché Mare fuori piace alla GenZ?

Mare fuori piace alla Generazione Z e sarebbe strano il contrario, visto che la serie appartiene, tra gli altri, al genere del teen drama. L’oggetto della rappresentazione è costituito da adolescenti alla ricerca della propria identità e del proprio posto all’interno del mondo. I temi affrontati nel racconto corale sono il rapporto con i genitori, le amicizie, i primi amori, la formazione dei protagonisti che si evolvono nel corso della storia. Il target di riferimento non può quindi che essere composto da teenager.

Ho chiesto a due ragazze appartenenti a questa generazione le motivazioni del successo di Mare fuori e hanno risposto così:

Mare fuori è una serie che si rivolge agli adolescenti come me. Mi ha insegnato che durante la propria vita si può cambiare e ci si può opporre a tutte quelle persone che ci obbligano a fare ciò che non vogliamo.
Ho appreso che non bisogna giudicare una persona senza conoscerla, perché ognuno di noi ha una propria storia. È superficiale valutare le persone solo per il loro aspetto, perché si vestono in maniera “strana” o dicono cose “fuori luogo”.
Consiglio questa serie tv: fa capire il valore dell’amicizia e dell’amore.

Gabriella Amato, 15 anni

A primo impatto non si direbbe che una serie tv ambientata in un carcere minorile possa coinvolgere in modo significativo gli animi degli spettatori, perché, almeno sulla carta, non tutti possono immedesimarsi nella storia di un carcerato.
Invece Mare fuori, raggiungendo più di 12 milioni di ascolti nelle prime 24 ore dall’uscita dell’ultima stagione, ha dimostrato il contrario.
Secondo me è proprio questa la moneta vincente della serie: la trama ambientata in un luogo lontano dalle nostre vite suscita curiosità nel pubblico; la storia assume anche credibilità grazie agli attori, di cui vanno riconosciute le eccellenti capacità recitative: con le loro interpretazioni trasmettono i sentimenti e le emozioni richieste in base alle loro storie. È facile dunque affezionarsi ai personaggi: da Carmine e Gianni – due ragazzi che hanno sofferto tanto ma nonostante questo continuano la loro ricerca di felicità e speranza – a Ciro ed Edoardo, i quali, pur essendo camorristi, attirano l’attenzione di tutti gli spettatori sia nelle scene d’azione sia in quelle in cui mostrano le parti più fragili del loro carattere.
Le vicende che si susseguono sono accompagnate da riprese su Napoli, molto gradevoli, che si alternano alle scene nel carcere. Inoltre le musiche in sottofondo sono un vero e proprio segno di riconoscimento della serie in quanto diventate in breve tempo delle hit (alcune di queste sono state cantate e talvolta scritte dagli stessi attori). In Mare fuori c’è un’alchimia di elementi ben armonizzati che rendono la serie accattivante agli occhi del pubblico dei più giovani.

Marta de Gioia, 15 anni

Una colonna sonora che è già un tormentone

Appicc’ N’ata sigaretta
allà ce sta mammà ca chiagne e nun da’ retta!
cu sta fatica mo’ c’attamm pur’ ‘a Reggia ‘e Caserta
so’ crisciut’ mmiez’ ‘a via, ‘o sacc’ chell’ ch’ m’aspetta […]
Nun te preoccupa’ guaglio’, ce sta o’ mar’ for’
ce sta o’ mar’ for’, ce sta o’ mar’ for’
arret’ ‘e sbarr’, sott’ o’ ciel’ ce sta o’ mar’ for’
ce sta o’ mar’ for’, ce sta o’ mar’ for’

Confrontandomi con i miei coetanei millenial è emerso che, bene o male, tutti hanno guardato Mare fuori e che quei pochi che non l’hanno fatto conoscono però a memoria la canzone dei titoli di testa, intitolata ‘O Mar for. Questo brano, che ha tutte le caratteristiche per essere un tormentone, è stato recentemente cantato dai protagonisti della serie a Sanremo 2023.

Il brano è interpretato da Matteo Paolillo, l’attore che interpreta Edoardo, affiliato al clan Ricci. Paolillo, oltre a fare l’attore, è un cantante conosciuto come Icaro, voce degli Suba Crew, gruppo di cui fa parte Lolloflow,un giovane ragazzo romano di 23 anni, che ha prodotto e composto ‘O Mar for insieme a Stefano Lentini, a cui dobbiamo tutti i brani che fanno parte della colonna sonora della serie tv.

La terza stagione: Carmine e Rosa come Romeo e Giulietta

Romeo e Giulietta è una delle tragedie più note di Shakespeare. La vicenda raccontata dal drammaturgo è la storia vera dell’amore impossibile tra due giovani di Verona. I ragazzi, lei 14 anni e lui 16 anni, si innamorano, ma il loro rapporto è contrastato dalle rispettive famiglie, quella dei Montecchi e quella dei Capuleti.

Lo sfortunato amore di due giovani appartenenti a due famiglie rivali affonda le sue radici nella tradizione classica (da Senofonte a Ovidio, che narra la vicenda di Piramo e Tisbe nelle sue Metamorfosi). Shakespeare riprende e rielabora profondamente questa tradizione, facendo di Romeo e Giuletta una delle tragedie più note della letteratura mondiale e un modello narrativo di riferimento.

Il grande successo della terza stagione di Mare fuori dipende soprattutto dallo sviluppo di questo topos: l’amore contrastato dalle famiglie. In questo caso la faida è tra due famiglie camorriste che si spartiscono le piazze napoletane a suon di omicidi: da un lato ci sono i Di Salvo e dall’altro i Ricci. Nonostante “la guerra” in corso tra le due famiglie nella terza stagione sboccia l’amore tra Carmine Di Salvo e Rosa Ricci e noi non possiamo che sospirare insieme a loro.

Rosa: Carmine sono stati i Di Salvo a sparare a Edoardo, chi altri sennò?
Carmine: Conta veramente Tarantella? Ricci, Di Salvo, Conte è la stessa cosa… Chi vince in una guerra? Nessuno. Chi vince quando un figlio sta senza suo padre? O una bambina senza mamma? Nessuno. Una sola regola conoscono, quella del sangue.
Rosa: Questa regola mi dice che posso fidarmi solo di mio padre.
Carmine: Però io non sto parlando di tuo padre, né di mia madre. Sto parlando di me e di te, dei mostri che ti porti dentro, dei mostri che mi porto dentro, che una volta che si sono toccati non si è capito più niente. È successo un macello, fuoco da tutte le parti.

Episodio 11 “Una scelta è per sempre”

Valeria de Bari con la gentile collaborazione di Gabriella Amato e Marta de Gioia

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