Horrified, il progetto fotografico sui bunker siciliani e la memoria collettiva

Horrified, il progetto fotografico sui bunker siciliani e la memoria collettiva

“Horrified” (inorridito, terrorizzato) è il nome in codice con cui gli Alleati identificavano il territorio siciliano durante la Seconda Guerra Mondiale. Proprio in Sicilia, tra il 9 e il 10 luglio 1943, ebbe inizio “lo sbarco” denominato “Operazione Husky”, primo passo dell’offensiva Alleata contro l’Asse.

Le vestigia delle innumerevoli infrastrutture belliche, postazioni difensive e logistiche della Seconda Guerra Mondiale, se ne stanno più o meno ignorate sparse per tutta l’isola, la maggior parte abbandonate, alcune divelte dal passaggio di una strada, altre trasformate in magazzini o discariche. La grande presenza di queste opere su tutta la regione ha modificato l’aspetto del territorio che, ad ottant’anni di distanza, ne porta ancora i segni.  

Il fotografo Mauro Colapicchioni, con la sua ricerca dei bunker sul territorio sud-orientale della Sicilia, ha creato non già un viaggio a ritroso nella Storia ma nei “segni” che inevitabilmente lascia un conflitto. La sua ricerca è puntigliosa, attenta e scrupolosa come lo studio di una Storia che vuole farsi immagine. Anzi, “Horrified”, lontano dall’essere una semplice mappatura del territorio di guerra, è una costruzione per immagini del nostro recente passato e, fotografia dopo fotografia, ci accorgiamo come il linguaggio fotografico, la sintassi con cui è composta un’immagine, dialoga magnificamente con la testimonianza.

Horrified libro fotografico bunker sicilia_bunker

In “Horrified” non c’è alcuna concessione all’estetica, né voleva essere certamente questo l’obiettivo dell’autore, ma c’è quella sostanza diretta di cui dovrebbe essere composto un buon reportage. E qui, in questo progetto a lungo termine, lo studio tra il soggetto principale (il bunker) e quello su cui è innestato (il territorio), si fronteggiano vicendevolmente, provando a fornirci l’impressione di una convivenza forzata causata dall’uomo. Mauro Colapicchioni è abile nell’evitare le facili trappole della retorica: le fotografie di “Horrified” in questo senso non concedono nulla, sono documenti da leggere.

Chi è Mauro Colpicchioni, autore di “Horrified”

​Mauro Colapicchioni è nato e vissuto a Roma fino al 2018, anno in cui si è trasferito a Siracusa. Fotografo dal 2011, negli anni si è occupato di fotografia di scena teatrale, musicale e di eventi. Scatta, sviluppa e stampa i suoi progetti in pellicola, dal 35mm al grande formato. Insegna fotografia presso il “Made Program” – Accademia di Belle Arti Rosario Gagliardi. È socio fondatore e responsabile della didattica e della camera oscura dell’associazione culturale Fototeca Siracusana.

  • Da Roma a Siracusa sola andata, con tutta l’attrezzatura e le competenze del tuo percorso come fotografo. Da quando vivi in Sicilia è cambiato il tuo modo di vedere le cose e, quindi, di fotografarle?

Ora che mi ci fai pensare, da quando vivo in Sicilia, il mio modo di fotografare si è adeguato al mio stile di vita. Il passaggio da Roma a Siracusa ha comportato un sensibile rallentamento del mio stile di vita, qui in Sicilia tutto è più calmo, mi muovo in bicicletta e se a Roma ero spesso in ritardo, qui passo per quello puntuale. Allo stesso modo la mia fotografia si è rallentata, è diventata più contemplativa. 

  • Il progetto Horrified ha come soggetto principale il bunker, come totem della nostra recente memoria bellica. Perché hai scelto proprio questo soggetto, solitamente etichettato come antiestetico?

La stragrande maggioranza dei bunker, anzi, casematte, non brilla certo per bellezza architettonica, proprio grazie a questo loro “brutalismo inconsapevole” ovunque siano,  spiccano allo sguardo, almeno al mio. Sicuramente questa è una delle ragioni che hanno indirizzato il mio interesse nei confronti di questi soggetti, perché completamente avulsi dai colori tipici della Sicilia, colori che fotografando in bianco e nero sono stati riportati nella scala di grigi tipica del cemento di cui sono costituite le casematte.

  • Dal 30 marzo è aperto il crowdfunding su Kickstarter: quale sono gli obiettivi? Cosa vorresti ottenere in termini economici e di visibilità?

Il crowdfunding ha il solo scopo di riuscire a pubblicare il libro, è volto quindi solamente a coprire le spese sostenute e quelle che si sosterranno a tal fine. Avrei potuto autoprodurlo avvalendomi di uno dei tanti servizi di stampa on line, non sarebbe però stato quel prodotto artigianale di tipografia che verrà stampato se l’obbiettivo del crowdfunding verrà raggiunto.

Per contribuire a questo meraviglioso progetto fotografico, potete donare su Kickstarter e supportare così un’opera unica nel suo genere!

Horrified libro fotografico bunker sicilia_ingresso bunker

Micaela Paciotti

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