Made In Italy: il bacio sanremese di Rosa Chemical 

Made In Italy: il bacio sanremese di Rosa Chemical 

Il Festival di Sanremo, da ben 73 anni ha sempre stupito gli italiani, anche in questo 2023.

Qualche settimana fa, con evidente imbarazzo nell’esporre il suo discorso e aggiungerei più per noi che per lei, Maddalena Morgante, esponente di Fratelli d’Italia a Montecitorio, ha denunciato come la presenza del rapper Rosa Chemical al Festival della Canzone Italiana sia un rischio, “visto che ha intenzione di portare sul palco il sesso, l’amore poligamo e i porno su Onlyfans”. 

La prima riflessione di pancia (ma anche di testa) che mi viene è racchiusa in questo semplice pensiero: ma davvero in Parlamento si discute degli ospiti di Sanremo? E il salario Minimo? E il congedo paternità? E il DDL ZAN? E la parità di genere? 

Nulla, dobbiamo parlare di Rosa Chemical, e facciamolo.

Chi è Rosa Chemical

Manuel Franco Rocati, in arte Rosa Chemical, rapper torinese classe 1988, già noto alla kermesse sanremese per essersi esibito come ospite con Tananai con un brano di Raffaella Carrà, quest’anno gareggia come ospite con “Made in Italy”, una provocazione contro gli stereotipi italiani.

Il successo è arrivato con due brani in particolare: “TikTok” e con la saga “Polka”. Dal 2018 è uno dei modelli di Gucci, anche se a Sanremo ha indossato Moschino.

http://trenta-quaranta.com/2023/02/09/vestiti-di-sanremo-seconda-serata/

Il suo brano in gara quest’anno “Made in Italy” critica i tabù, a chi vuole l’Italia come il Paese dei valori cristiani. Rosa ci racconta un’Italia deplorevole, caratterizzata da libertà, femminilità, libera da etichette e censure.

Per l’appunto, la copertina ufficiale dell’album è stata lanciata in anteprima su Only Fans in versione integrale. 

«Made in Italy», spiega Rosa su Instagram, «è piedi, con cui calpestare ciò che è generalista e che chiude tutto dentro una gabbia fatta di tabù».

A condividere questo pensiero di libertà c’è il nostro Amadeus, direttore artistico confermato anche per l’anno prossimo, che in un’intervista in sala stampa dichiara: 

“Non voglio dire una cosa banale – prosegue Amadeus in conferenza stampa – Ma parlo di esseri umani: ognuno deve essere libero di vivere pubblicamente la propria vita come meglio crede. Sanremo non deve essere un luogo diverso da altri. Ho sempre un po’ paura del moralismo, ci vuole educazione e non recare danno ad altri: ai bambini va spiegato che ci sono persone diverse, che una donna può amare un’altra donna ed un uomo può amare un altro uomo. L’amore non deve essere etichettato. E questo va portato ovunque, anche nello spettacolo. Io educo i miei figli così e non li ho mai visti sconvolti”. 

Durante la serata duetti, Rosa Chemical ha duettato con Rosa Villain esibendosi in un’interpretazione di “America” di Gianna Nannini con un dildo in mano e nell’ultima serata della Kermesse, mosso dall’amore universale, prima simula un atto sessuale twerkando con Fedez, seduto in prima fila, poi lo bacia e anche con la lingua! Bacio consensuale, sia chiaro.

Davanti agli sguardi sorpresi di Amadeus e di Chiara Ferragni, co-conduttrice della finale, ha risposto con un sorriso: “Mi è scattato l’amore”.

Fiorello, in una delle dirette Instagram avvenute in seguito e durante la competizione, ironicamente si è ritenuto preoccupato per il direttore Rai, Stefano Coletta e altrettanto sarcasticamente gli ha chiesto se avesse letto in anteprima i testi di Gino Paoli, ospite anche lui durante la serata.

E stamattina, al mio risveglio, l’home page dei giornali riporta titoli sensazionalisti tipo: “Scandalo a Sanremo”, “Video Shock”, “SI è vista la lingua”.. 

Secondo il retroscena, il nostro presidente del consiglio Giorgia Meloni, vorrebbe accelerare per un cambio di vertice in Rai, invocando le dimissioni dell’ad Carlo Fuortes. Per Fdi i vertici invece in Rai “hanno perso il controllo dell’azienda”. 

Anche il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi: ha dichiarato: “Non so quando, ma penso che saranno cambiati i vertici Rai”.

Ancora Simone Pillon:  “Blaterano di record di ascolti, ma negli anni hanno perso milioni di spettatori. Del resto, quante persone avete visto alla festa dell’Unità? Basta canone RAI per finanziare la propaganda liberal”.

Sapete qual è la questione preoccupante? Solo in Italia la televisione di Stato è asservita ai governi di turno. Le televisioni di Stato degli altri Paesi Europei, firmano patti di indipendenza rispetto ai governi e non possono essere controllate sulla loro libertà editoriale.

Ma davvero nel 2023 dobbiamo ancora parlare di scandalo? 

Chi ha qualche anno più di me, ricorderà che Bobby Solo nel 1964 fu criticato tantissimo per aver usato il mascara o Anna Oxa che, nel 1978, si è esibita in un abito da uomo e cravatta (forse già dittatura del gender come qualcuno ha detto?). Ma ancora: Loredana Bertè nel 1986 ha cantato con un pancione finto (forse affronto alla famiglia del Mulino Bianco?) o Nek che nel 1993 cantava “In Te” affrontava in tema dell’aborto.

Ma mi fermo qui. Il grande tema da affrontare non è il Festival di Sanremo il cui direttore artistico cerca di ricordare che i valori universali come l’amore e il rispetto oltrepassano qualsiasi etichetta, genere e orientamento ma è quella parte di società patriarcale ed etero normativa che ancora esiste e governa. Si parla tanto di femminismo, di difesa dei diritti, di sensibilità sui tempi del corpo ma di fatto il potere resta ancora una questione di maschi. Lo stesso che decide che il conduttore del Festival, dopo 73 anni, sia ancora uomo, lo stesso che decide di far esibire una grande attrice italiana con un monologo molto scomodo per alcuni, alle 2 di notte, lo stesso che definisce le donne “co – conduttrici” ma in verità non lo sono e vien dedicato un piccolo spazio per trasmettere contenuti. 

Senza considerare che i cinque cantanti più votati sono uomini e questa, citando Amadeus, è una “fotografia indimenticabile” si, ma di quanto l’industria musicale sia maschiocentrica.

E alla luce di tutto questo, che credetemi, ho riassunto in poche righe, davvero vogliamo preoccuparci per un bacio? Per fortuna la società che viviamo è già un passo avanti rispetto a quel bacio.

Ma viva Sanremo e viva i baci a Sanremo, tra tutti e chiunque!

Francesca Sorge

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